Virgilio Patarini: Désir et Imagination

Mostra personale a cura di Izabella Lubiniecka  (Padiglione Islanda )

 

Il desiderio e l’immaginazione

Le désir de ce qui est déjà venu et de ce qui reste à venir, et peut-être de ce qui ne viendra jamais, engage l’imagination aventureuse pour inscrire ce moment de vie sur les toiles ou l’engager dans les installations. Cette liaison intime entre le réel et l’irréel que l’œuvre crée confirme qu’il n’y a de désir que de l’insuffisance. Virgilio Patarini traduit subtilement cette pulsion en une nouvelle qualité visuelle et une nouvelle qualité tactile. A travers ce volcanisme silencieux, ce jeu de l’imminence des couleurs et de l’illimitation des formes, l’artiste révèle le désir qui est une essence originaire de la nature, et qui fait advenir le possible dans le réel. L’expérience patarinienne confirme que rien de ce qui existe n’est apaisé dans son existence, rien n’est libre de l’impatience de l’avenir. Ses toiles, éprouvées comme un reflet de cette impatience, nous entrainent avec une légèreté atmosphérique des couleurs au fond de l’infinie fragilité des vibrations techniques. En effet, le spectateur tombe amoureusement dans son piège de la dangereuse absence de limites, dans son brouillard, sa poussière, dirions même d’étoiles.


Il desiderio di ciò che è già arrivato e di ciò che deve arrivare, e forse di ciò che non arriverà mai, mette in moto l’immaginazione avventurosa per fissare questo istante di vita sulle tele o metterlo alla prova nelle installazioni. Questo legame intimo tra il reale e l’irreale che l’opera crea conferma che non  esiste che il desiderio che viene dalla mancanza. Virgilio Patarini traduce sottilmente questa pulsione in qualcosa di nuovo sotto l’aspetto visivo e sotto l’aspetto tattile. Attraverso questa eruzione silenziosa, questo gioco dell’incombere dei colori e dell’esondare delle forme, l’artista rivela il Desiderio, che è essenza originaria della natura e che fa accadere il possibile nella realtà. L’esperienza patariniana conferma che niente di quello che esiste è quieto nella sua esistenza, niente è libero dall’impazienza dell’avvenire. Le sue tele, prova e riflesso di questa inquietudine, ci intrattengono con una leggerezza atmosferica dei colori, sul fondo dell’infinita fragilità delle vibrazioni tecniche. In effetti, lo spettatore cade nella sua trappola amorosa di pericolosa assenza del limite, nella sua nebbia, nella sua polvere. Polvere che potremmo anche dire di stelle.

 

Izabella Lubiniecka